I Twitter rivoluzionari di Putin

I Twitter rivoluzionari di Putin

Tonino D’Orazio. 16 novembre 2017.

Ormai non vi sono elezioni occidentali, le altre sembrano non contare, in cui i perdenti diffidano Putin di aver aiutato, con i suoi Twitter, i rivali a farli perdere.

Insomma una nuova organizzazione criminale telematica contro le certezze dei partiti che comandano e che perennemente risorgono.

Ormai è noto il “caso Clinton”, la signora delle guerre e dei genocidi, che sembra aver perso le elezioni a causa di Putin e non delle rivelazioni sui suoi misfatti. Rivelazioni tali da schifare anche il popolo americano che pur in genere ne trae non pochi vantaggi. Insomma Trump deve obbligatoriamente continuare la guerra dei Clinton-Obama contro il disubbidiente popolo russo anche se non più comunista. Trump non deve avvicinarsi, stringere la mano e tanto meno parlare con Putin, anche se stringere nuovi rapporti era uno dei punti del suo programma elettorale, altrimenti i giornali, che fanno fede della democrazia americana, New York Times e Washington Post, e le strutture poliziesche come la Cia e l’Fbi, (la NSA, Agenzia per la Sicurezza Nazionale si è sentita poco), sono pronti a scagliarglisi addosso. Direi: problemi loro, se non fosse che coinvolgono sempre anche noi vassalli europei e ci mandano in prima linea! Magari solo i complottisti pensano che gli statunitensi si siano sempre immischiati nelle elezioni di tutti gli altri paesi del mondo, a volte a colpi di bombe.

Stesso discorso della Merkel dopo la sconfitta pesante del suo partito, soprattutto nei Landers della ex-Germania dell’Est. Anche lì spunta quel diavolo di Putin a scombussolare pure quel quasi comunista di Schulz della Spd. Adesso che va avanti il patto atomico con la Francia di Macron, per cui in pratica la Germania si riarma all’avanguardia recuperando 50 anni di ritardo, bisogna pur accontentare e divertire la platea con le chiacchiere, i sospetti e i complotti del nemico. Con 10%di verità anche un’enorme menzogna può sembrare plausibile, soprattutto se ripetuta spesso.

A seguire, questi giorni, anche la May, primo ministro della Gran Bretagna, giura che il Brexit è passato per colpa dei Twitter di Putin, dimenticando, ma tutti i tifosi hanno sempre la memoria corta, che anche il suo partito, a maggioranza, aveva scelto di uscire, di “lasciare” l’UE. Anzi aveva addirittura indetto il referendum.

Nelle ultime elezioni in Sicilia non è successo assolutamente nulla. Non servivano i Twitter, l’infido e omertoso spazio conservatore era, ed è, occupato sempre dagli stessi pifferai. Così probabilmente anche sul referendum veneto va bene così, mentre per la Lombardia, dove non è andata bene, ancora non si sa. Basta aspettare.

In Catalogna invece, non fosse che gli indipendentisti repubblicani ce l’avessero solo con la corona spagnola, visto che vogliono assolutamente rimanere in Europa e nell’Euro, la notizia dei Twitter di Putin ancora non è apparsa. Ma arriverà ad ogni prevista ripetizione elettorale, che si prospetta all’infinito, finché i catalani sconfitti non la smettono, poiché di questo si tratta. Vi ricordate l’Irlanda? Agli irlandesi tra ricatti economici vari gli fecero subire tre referendum affinché con l’ultimo, approvassero il trattato di Lisbona. Ma prima o poi anche Rajoy se la dovrà prendere con qualcuno, e ad ovest non è possibile.

I belgi, gli olandesi e i danesi sono “estremamente” preoccupati in vista delle loro varie fasi elettorali. Mi sembra anche gli israeliani visto che diventano sempre più minoranza etnica e intollerante nel paese che hanno occupato. Forse cominciano a immaginare una democrazia “all’italiana” per vincere democraticamente sempre e contro tutti per legge. Infatti non sarà questo l’ultimo viaggio di Netanyahu a Mosca e non solo per la pace che si sta istaurando a loro danno (da dannazione) in Siria, ma forse per scongiurare i micidiali e deleteri Twitter. Tanto a furia di ripeterlo qualcuno ci crederà di sicuro, anche in Israele.

Anche i primi messaggi di “preoccupazione” arrivano da questo terzo governo abusivo italiano. In vista delle elezioni politiche di fine marzo (dixit Mattarella, ma forse glielo perdoneranno di essere stato così precipitoso ad applicare una legge elettorale incostituzionale prima che la Corte Costituzionale possa intervenire, e sembra per una volta autonomamente sveglio), cominciano già ad essere inviati a reti unificate. Solo Berlusconi non lo può dire vista l’amicizia risaputa con Putin e il vantaggio che potrebbe avere, eventualmente, dai Twitter.

Insomma nei nostri paesi occidentali liberali tutti fanno di tutto, e anche altro, per rimanere al potere, senza se e senza ma, possibilmente in eterno, però ci si rende conto che forse, forse, la diffusione infida di un Twitter metterebbe confusione nel popolo e in discussione i loro piani. O perlomeno sembra una buona scusa per i perdenti e per rincuorare le truppe.

Certamente un pacifista può finalmente sorridere davanti a quelli, minacciosi, che costruiscono armi atomiche sapendo di non poterle utilizzare, e chissà quali altre diavolerie di morte, e quelli che scombussolano e creano rivoluzioni interne alle coscienze, con i “cinguettii”, corte e sintetiche allusioni e stati d’animo, cioè i Twitter. Infatti questi non richiedono nessun ragionamento, né compiuto né complesso, e per questo sembrano essere la passione governativa di Trump. Forse anche la passione di tutti gli individui divorati dal tempo e dalla velocità.

Stupendo. Vincere o perdere per colpa dei Twitter di Putin! Nel gioco delle tre carte, dopo aver distrutto le sovranità popolari, mancava proprio questo.

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